I medici volontari del Naga presentano il Rapporto 2018 sui pazienti visitati. Quelli con malattie infettive sono lo 0,016%. Sistema respiratorio, dolori articolari, faringiti e infezioni della cute, le patologie più diffuse. “I cittadini stranieri che incontriamo presentano gli stessi problemi degli italiani”
13 dicembre 2018
MILANO – Non è vero che i migranti portano le malattie. Semmai è in Italia che si ammalano. A Milano l’associazione di medici volontari Naga assiste stranieri irregolari. Dal 2014 al 2017 ne ha visitati e curati 7.955. Sugli oltre duemila seguiti nel 2017, in particolare, solo lo 0,016% era affetto da malattie infettivi come la tubercolosi. Le diagnosi più comuni, invece, sono quelle relative alle malattie muscoloscheletrico (12,1%), in particolari dolori articolari e lombosciatalgia, quelle del sistema respiratorio (11,4%), faringiti, infezioni della cute, patologie dell’apparato genitale (tutte intorno al 10%). “I cittadini stranieri irregolari a Milano hanno i medesimi problemi di salute della popolazione italiana“, spiega Anna Spada, medico del Naga, che oggi ha presentato “Cittadini senza diritti. Rapporto
Naga 2018”. “Le loro condizioni esistenziali (casa, lavoro, alimentazione, ndr) sembrano influire sulla frequenza delle patologie. Anche per questo e anche per un principio di uguaglianza, come Naga crediamo che la possibilità di accedere anche per gli stranieri irregolari al medico di base sarebbe la soluzione più adeguata e facilmente realizzabile”, aggiunge la dottoressa.
Tra i migranti irregolari, quelli che hanno situazioni più critiche sono i senza dimora. Tra questi pazienti, il 14,4% si è presentato al Naga per problemi al sistema respiratorio, il 14% per traumatismi e il 12,3% per infezioni cutanee: Patologie che “potrebbero essere causate dall’esposizione al freddo e dall’assenza di buone condizioni igieniche”. Inoltre il 9,8% dei senza tetto ha disturbi mentali, che scende al 5,5% tra coloro che vivono invece in casa in affitto e al 4,9% per chi abita nella casa del datore di lavoro.
Nel 2017, inoltre, 64 pazienti hanno chiesto aiuto ai volontari del Naga per i traumi causati dalle torture subite nel loro lungo viaggio verso l’Europa. A circa un terzo sono stati diagnosticati disturbi mentali e comportamentali, in particolare disturbo d’ansia e post traumatico da stress e il 64,1% riportava anche ferite e lesioni. “I cittadini stranieri che incontriamo non sono un problema per la sicurezza di questo Paese -commenta Sabina Alasia, presidente del Naga-. In pericolo c’è invece la loro sicurezza: quella di veder garantito il riconoscimento di diritti fondamentali e di poter vivere dignitosamente. È una popolazione non minacciosa, ma minacciata”.
Per legge i migranti irregolari hanno diritto all’assistenza sanitaria. È previsto che venga loro rilasciato l’Stp, che permette di accedere ai servizi sanitari. Ma in Lombardia non è così facile, perché il migrante con in mano l’Stp di fatto non sa dove andare per farsi curare, salvo che abbia bisogno del pronto soccorso. La Regione infatti non prevede che al migrante irregolare sia assegnato un medico di base. E non possono accedere all’esenzione del ticket, nemmeno quando hanno bisogno di farmaci salvavita o per malattie croniche. In altre Regioni, invece, possono avere il medico di base che li segue, con un vantaggio non solo per il migrante stesso ma per la tutela della salute generale di tutti. “Chiediamo che anche la Lombardia faccia questo passo così importante”, conclude Anna Spada. (dp).