Con il protrarsi della situazione di violenza in Venezuela, il numero delle domande di asilo da parte dei cittadini venezuelani è aumentato. Lo scorso anno i richiedenti asilo venezuelani a livello mondiale sono stati circa 27mila. Dall’inizio del 2017, più di 52mila persone provenienti da quel Paese hanno già chiesto asilo.
Con il protrarsi della situazione di violenza in Venezuela, il numero delle domande di asilo da parte dei cittadini venezuelani è aumentato. Lo scorso anno i richiedenti asilo venezuelani a livello mondiale sono stati circa 27mila. Dall’inizio del 2017, più di 52mila persone provenienti da quel Paese hanno già chiesto asilo.
Nell’anno in corso i principali Paesi di destinazione per i richiedenti asilo venezuelani sono stati gli Stati Uniti (18.300), il Brasile (12.960), l’Argentina (11.735), la Spagna (4.300), l’Uruguay (2.072) e il Messico (1.044). Aruba, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Curacao, Ecuador, Perù e Trinidad e Tobago hanno a loro volta ricevuto domande di asilo da parte di cittadini venezuelani nel corso del 2017.
Le cifre sopra indicate rappresentano solo una frazione del numero totale di venezuelani che potrebbero aver bisogno di protezione internazionale, poiché molti non si registrano come richiedenti asilo, malgrado il fatto che siano numerosi coloro che hanno indicato di fuggire a causa delle condizioni di violenza e insicurezza, nonché per l’incapacità di soddisfare le necessità quotidiane di sussistenza.
Grazie a una lunga tradizione di solidarietà in America Latina, i cittadini venezuelani nei Paesi limitrofi possono beneficiare di varie forme di residenza temporanea in quei Paesi. Tuttavia, a causa degli ostacoli burocratici, dei lunghi periodi di attesa e del costo elevato delle tasse per presentare la richiesta, molti venezuelani optano per rimanere in una situazione irregolare, invece di utilizzare l’asilo o le procedure migratorie per regolarizzare il loro soggiorno.
Si stima che tra i circa 300mila venezuelani presenti in Colombia, i 40mila in Trinidad e Tobago e i 30mila in Brasile, molti potrebbero trovarsi in questa situazione. L’Alto Commissariato per le Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sta collaborando con le autorità di questi Paesi per intensificare la registrazione e il profiling, rafforzare le capacità di accoglienza, oltre che fornire assistenza umanitaria ai richiedenti asilo con esigenze specifiche. Di fronte ad arrivi di grande entità, tutti e tre i Paesi hanno avviato piani di risposta. Le autorità colombiane e brasiliane coordinano le loro risposte e discutono di approcci armonizzati.
Tra le principali sfide poste dal grande afflusso di venezuelani nei Paesi confinanti si annoverano considerazioni in materia di protezione internazionale e di sicurezza fisica, la mancanza di documentazione, le violenze sessuali e di genere, lo sfruttamento e l’abuso, e la mancanza di accesso ai diritti e ai servizi fondamentali. In alcune aree, gruppi armati e bande criminali stanno sfruttando i venezuelani appena arrivati e la popolazione locale.
L’UNHCR esprime inoltre preoccupazione per i gruppi indigeni che vivono lungo i confini tra Venezuela, Brasile e Colombia, che sono sempre più colpiti dalla situazione e sono fuggiti dai loro territori. È necessaria una particolare attenzione ai diritti di queste comunità, nonché una protezione e una risposta umanitaria differenziata e mirata.
Considerata la situazione in Venezuela, si prevede che le persone continueranno a lasciare il Paese. Di conseguenza l’UNHCR sta intensificando la sua risposta. In Colombia, l’UNHCR ha effettuato interviste ai neo arrivati venezuelani per valutare le esigenze di protezione e sta rafforzando la sua presenza nelle zone di confine, oltre che la sua capacità di fornire assistenza umanitaria di base, anche attraverso contributi diretti in denaro da erogare ai richiedenti asilo venezuelani con esigenze specifiche.
In Brasile, l’UNHCR, attraverso un partner nazionale, fornisce fondi per coprire alcune attività svolte dalle organizzazioni della società civile a Boa Vista, Pacaraima e Manaus. La Polizia Federale, con il sostegno dell’UNHCR, ha dispiegato unità aggiuntive di personale allo Stato di Roraima per assistere alla registrazione delle domande di asilo. A Trinidad e Tobago, l’Agenzia sta aiutando il governo ad assumersi progressivamente la responsabilità della registrazione, dell’emissione della documentazione e della determinazione dello status di rifugiato.
L’UNHCR ribadisce la sua richiesta agli Stati di proteggere i diritti dei venezuelani, in particolare il diritto di richiedere asilo e di avere accesso a procedure di asilo eque ed efficaci. Un effettivo accesso alla protezione richiede l’adozione di misure specifiche per facilitare il rilascio della documentazione, l’accesso ai servizi di base e ai mezzi di sussistenza. Allo stesso tempo, i venezuelani che non vogliono richiedere asilo o le cui domande di asilo sono state respinte, dovrebbero essere aiutati a regolarizzare la loro situazione. Secondo l’UNHCR non dovrebbero essere praticati ritorni non volontari in Venezuela.
Fonte: UNHCR