L’organismo africano considera i centri di detenzione in Africa, voluti dall’Ue, una violazione del diritto internazionale e un tentativo di creare «un mercato degli schiavi». Critico anche il parlamento europeo. Lo rivela The Guardian che ha messo le mani su un documento riservato dell’Ua.
di François Misser
Un documento interno, al quale ha avuto accesso il quotidiano britannico The Guardian, rivela che l’Unione africana (Ua), organizzazione che riunisce tutti gli stati africani, starebbe tentando di uccidere nella culla l’ultimo piano dell’Unione europea (Ue) per bloccare i flussi migratori dall’Africa. Nel documento si afferma che stabilire «centri di detenzione de facto» sul suolo africano si tratta di una violazione del diritto internazionale, in quanto sono calpestati i diritti delle persone rinchiuse.
Il «documento di posizione comune africana», di cui dà conto il Guardian, testimonia la determinazione dell’Ua, la cui presidenza di turno è affidata all’Egitto, nel dissuadere gli stati costieri a cooperare con l’Ue per la messa in atto del piano elaborato la scorsa estate, il cui scopo è creare piattaforme regionali di sbarco in modo che i migranti raccolti nelle acque europee (principalmente nel Mediterraneo) vedano la loro domanda d’asilo esaminata in Africa.
Bruxelles vuole infatti estendere la modalità già in atto in Libia, dove si trovano 800mila migranti di cui 20mila nei centri di detenzione, che sono vittime, secondo rapporti delle Nazioni Unite, di «orrori inimmaginabili». Il Marocco ha rigettato il piano europeo, ma l’Ua teme che altri stati possano accettarlo in cambio di finanziamenti a progetti di sviluppo.
Il ministro degli interni Salvini ha proposto la creazione di tali centri di detenzione in Niger, Ciad, Mali e Sudan, ricorda il quotidiano londinese, sottolineando che la questione delle migrazioni è stata oggetto di discussione nel summit euro-arabo del 24-25 febbraio a Sharm el-Sheikh (Egitto).
Ai ferri corti
Secondo fonti diplomatiche africane «molti governi africani temono che il piano europeo voglia instaurare una sorta di moderno mercato degli schiavi: i “migliori” avranno l’autorizzazione di entrare in Europa, mentre gli altri saranno respinti». L’Ua ritiene che Bruxelles abbia eluso il confronto. Si legge nel documento: «L’Ua considera l’operazione Ue sulle piattaforme regionali di sbarco e la consultazione bilaterale aperta con i singoli stati un problema che mina i rapporti di partenariato e il dialogo tra Ua e Ue».
Un parere legale confidenziale richiesto dal parlamento europeo avanza ulteriori dubbi sulla legalità di questi centri di detenzione in Africa. Secondo il documento, anche questo esaminato dal Guardian, i migranti una volta salvati (o già avviati sul territorio europeo) non potrebbero essere respinti verso piattaforme situate fuori del territorio Ue senza prima aver ottenuto l’accesso alle procedure d’asilo dell’Ue e senza aver ottenuto la possibilità di attendere l’esame completo della loro richiesta.