"Traffico di esseri umani: l'essere umano è in vendita?". - Editoriale in rivista n. 95 - 2° trimestre 2014 - Roberto Marinucci
"Traffico di esseri umani: l'essere umano è in vendita?". - Editoriale in rivista n. 95 - 2° trimestre 2014 - Roberto Marinucci
Secondo stime recenti, circa trenta milioni di persone nel mondo sono vittime della tratta di esseri umani. Si tratta di uomini, donne, bambini e adolescenti sottoposti a lavoro forzato, sfruttamento sessuale, adozione illegale, espianto di organi o altre forme di attività obbligate (ad esempio, accattonaggio o matrimonio forzato). Questi esseri umani sono trattati come oggetti, ridotti a mera merce o strumento di produzione, nascondendo così la loro soggettività, i loro diritti e la loro dignità di esseri umani.
La tratta di esseri umani non è una peculiarità dell'epoca contemporanea. La storia del Brasile e dell'umanità ci insegna che le persone sono sempre state trafficate o ridotte in schiavitù. Tuttavia, se in passato la legittimazione della schiavitù era legata a fattori bellici (prigionieri di guerra), etnici, razziali, sessisti o economici (schiavi per debiti), oggi, dopo la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite (UDHR) ("Tutti gli uomini nascono liberi ed eguali in dignità e diritti", "Nessuno può essere tenuto in schiavitù o in servitù, la schiavitù e la tratta degli schiavi devono essere proibite in tutte le loro forme"), come possiamo giustificare la commercializzazione degli esseri umani?
