Oxfam: il campo di Moria a Lesbo è un simbolo di disumanità nel cuore dell'Europa

Negli ultimi due mesi, oltre 18.000 persone sono arrivate sulle isole greche, di cui 8.500 solo a Lesbo. "In un campo di lavoro che può contenere fino a 3.000 persone, vivono 13.000 persone, di cui 42% sono minori tra i 7 e i 12 anni. Le condizioni sono disumane e pericolose, con una stazione di polizia per 230 persone e nessuna assistenza medica", ha dichiarato l'organizzazione. 

Tra agosto e settembre sono arrivate sulle isole greche oltre 18.000 persone, soprattutto famiglie siriane e afghane, più del doppio di quelle arrivate nello stesso periodo di un anno fa. Un numero record per il 2016, destinato ad aumentare fino agli oltre 35.000 migranti inviati alle autorità greche e turche lungo la rotta del Mar Egeo nello stesso periodo. Una situazione devastante, prossima al collasso (come dimostrano i tragici eventi della scorsa settimana), soprattutto in campi come quello da Moria a Lesbo, dove al momento a fronte di una capacità di 3.000 posti, più di 13.000 persone sono state accolte.000 posti, più di 13.000 persone sono costrette a sopravvivere in condizioni disumane, di cui 42% minori tra i 7 e i 12 anni, tra cui quasi 1.000 bambini e ragazzi arrivati da soli.

È questo l'allarme lanciato oggi da Oxfam con un nuovo rapporto, che fotografa una situazione militare disastrosa a tre anni e mezzo dall'accordo tra l'UE e la Turchia, che sta intrappolando oltre 30.000 persone nelle isole greche, nel cuore dell'Europa, i cui diritti fondamentali continuano a essere negati ogni giorno.

Nel cuore dell'inverno, quasi la metà dei migranti vive in povertà o in alloggi di fortuna.

"L'attuale situazione a Lesbo e soprattutto nel campo di Moria rappresenta il fallimento delle politiche migratorie europee degli ultimi anni. Dopo i fatti della scorsa settimana, che hanno causato la morte di vittime innocenti, uomini, donne e bambini già vulnerabili vivono nella paura che nuovi episodi di violenza possano esplodere da un momento all'altro", ha dichiarato Riccardo Sansone, responsabile dell'ufficio umanitario di Oxfam Italia, "Solo a Lesbo, tra agosto e settembre, sono arrivate 8.500 persone.500 persone su una popolazione di 85.000 abitanti, una media di 140 al giorno. L'inevitabile conseguenza, a causa della mancanza di spazio all'interno del campo, è che, con l'inverno alle porte, quasi la metà delle persone è costretta a vivere nelle aree non ufficiali intorno all'hotspot, in tende improvvisate o direttamente in mezzo allo sport. E tra loro ci sono anche famiglie con bambini piccoli, mentre le strutture idilliache e igieniche sono del tutto inadeguate, con un bar per 230 persone e una toilette per 100 persone nell'area accanto al campo".

È una situazione devastante anche dal punto di vista sanitario, poiché le normali operazioni di screening medico e le vaccinazioni per i nuovi arrivati sono state annullate ad agosto a causa della mancanza di personale sanitario. Di conseguenza, la maggior parte dei giovani che vivono a Moria non ha potuto iscriversi alle scuole greche.

Tutto questo in un contesto in cui la lentezza e l'inefficienza delle procedure di identificazione e richiesta di asilo per i migranti più vulnerabili lascia le persone vittime di traumi e torture, senza l'assistenza sanitaria e psicologica di cui avrebbero bisogno, e in molti casi impedisce persino ai minori non accompagnati di ricongiungersi con le loro famiglie che si trovano in altri Stati europei.

In Grecia ne arriveranno più di 45.000 nel 2019, più che in Italia, Spagna e Malta: l'UE non continuerà ad allontanarsi.
"I trasferimenti di migranti effettuati negli ultimi mesi sulla terraferma non si sono rivelati sufficienti a compensare i nuovi arrivi, mentre il governo greco non ha ancora mantenuto la promessa di creare altri 10.000 posti di accoglienza sulla terraferma", ha aggiunto Sansone, "Così che la situazione possa nuovamente prendere una brutta piega", chiediamo all'Unione Europea e al governo greco di intervenire nel trasferimento dei migranti da tutti i campi che si trovano sulle isole greche, a partire da quello di Moria, dove è fondamentale che vengano tutelati innanzitutto i diritti dei migranti più vulnerabili, come donne e bambini".

Allo stesso tempo, Oxfam sottolinea la necessità di superare gli effetti creati dal disastroso accordo tra l'UE e la Turchia, in Paesi di prima accoglienza come la Grecia, attraverso un meccanismo efficace di distribuzione dei richiedenti asilo tra gli Stati membri, non solo su base volontaria. Tenendo presente che nel 2019 sono arrivati in Grecia oltre 45.000 migranti, di cui più della metà in Italia, Spagna e Malta.

"È prioritario continuare a lavorare a livello europeo, sulla strada sbarrata dal recente accordo di Malta, che ha coinvolto ormai solo 4 Stati europei, creando una situazione immediata anche per l'emergenza migranti in Grecia", conclude Sansone, "soprattutto alla luce dell'ulteriore aggravamento dell'emergenza siriana, dopo l'offensiva della Turchia nel nord-est della Siria. Una situazione che potrebbe causare un ulteriore aumento del flusso di profughi siriani, anche verso le isole greche."

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