Carmem Lussi
Il titolo così generale e ampio obbliga a fare delle scelte per un approccio che sia proficuo e fecondo. Da un lato stimoli la riflessione per la continuità del dibattito e, dall’altro, porti alla valorizzazione di risorse (umane, spirituali, metodologiche…) che sono già frutto della missionarietà di fatto esistente nelle comunità da dove venite e che, allo stesso tempo, possono esserlo in germe, che sono da valorizzare e fare crescere. L’opzione, quindi, è di pensare la missionarietà della Chiesa Locale, non tanto pensando alla struttura ecclesiale o ai suoi rappresentanti ufficiali, ma ai suoi operatori, gli uomini e le donne che, nella Chiesa Locale, con o senza il suo formale sostegno, ma in nome della fede e perciò della Chiesa, vivono un dinamismo di pensieri, servizi, incontri, interrogazioni, progetti e conflitti che – speriamo il Convegno abbia aiutato a identificare e vederne il loro volto migliore – sono il laboratorio dove, di fatto, sta germinando o già crescendo, una missionarietà intra-ecclesiale, nel senso di intra-e-inter-comunitaria.